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IL NULLA AVANZA, FANTÀSIA RESISTE

Stamattina ho letto il giornale e mi sono incazzato così tanto che per farmela passare ho iniziato a fantasticare. Lo scontro tra festaioli e residenti pare uscito da La Storia Infinita.

Tanti anni fa, Schio era nel regno di Fantàsia: centro pieno e aria intrisa di risate e musica. Certo, mica era tutto rose e fiori: sulla chiassosa clientela della Mezza Luna volavano secchi d’acqua, tanto che il locale assoldò addirittura dei “buttadentro” per il mercoledì (immaginate il sabato). Una volta ci fu a una rissa davanti al Nazionale e un amico del basket si ritrovò con un occhio tumefatto. Capitava.

A un certo punto il Nulla iniziò ad avanzare, silenzioso e inesorabile. Schio si svuotò.

 

Così montammo sul nostro Fortunadrago per raggiungere Piazza Delle Erbe a Padova, dove Fantàsia era ancora intatta: la gente suonava la chitarra vicino a fontane di spritz col gin, mentre alcuni personaggi diffondevano reggae da una cassa montata su un carretto.

Poi il Nulla incominciò a inghiottire tutto anche lì. Fioccavano chiusure anticipate e multe salate, mentre i carabinieri chiedevano i documenti a tutti. Ma Padova ha 200k abitanti, terza città del Veneto, con un polo universitario che attira studenti da tutta Italia e non solo.

Oggi a Schio i giovani non si sa dove siano. Forse a casa a giocare a Fort, forse in qualche locale in zona industriale, forse in città più movimentate. Resistono al Nulla solo pochi luoghi, tra cui la nostra Torre d'Avorio estiva, il Castello, e l’isola felice tra Bacaro e Gentilia.

Per questo la lettera scritta dai 150 cittadini contro "la movida" mi fa girare le palle. Pretendere che una cittadina da 40k abitanti sia un’oasi di silenzio e meditazione, soprattutto in centro e durante la sera, è tanto assurdo quanto sbuffare per l’assenza di Tezenis sul Novegno.

Certo, trovare un muro imbrattato o sentire rumore alle quattro del mattino non è il massimo, per carità. L’estate scorsa eravamo per lavoro in Francia e non riuscivamo a dormire a causa dei mondiali: davvero seccante.

Ma i residenti del centro non decidono quello che un’intera cittadinanza può o non può fare nella propria città, fine della discussione. Chiediamo all’Oracolo cosa fare; magari vi presteremo il Fortunadrago e ve ne andrete a diecimila miglia da qui. Ma non scacceremo chi vuole divertirsi e certo non tartasseremo chi, nonostante il periodo, trova il coraggio di aprire un’attività in centro.

 

Io non sto e non starò mai con chi tifa per il Nulla. Non voglio vivere nelle Paludi Della Tristezza. Abbasso il Nulla. Forza Fantàsia.

da Il Giornale di Vicenza del 22 Febbraio 2017

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Quel tizio è noto come Funcis perché Luigi Amerigo Dalle Carbonare era troppo lungo.

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