PULIZIA KONTATTI? ANCHE NO
Prima delle elezioni, molti hanno annunciato di cancellare dai propri amici di Facebook chi aveva cliccato “mi piace” a Salvini (o M5S o Forza Italia o PD ecc.).
Questo diffuso comportamento sembra una frivolezza, ma non lo è. So che vi sentite fighi quando lo fate, ma ci terrei a dirvi una cosa, anche a rischio di essere epurato dalla vostra preziosa bacheca: la pulizia kontatti è pericolosa.
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C’è gia chi lavora senza sosta nella creazione di filtri tra noi e gli altri: sono gli algoritmi di Facebook e Google. Non si tratta di robot cattivi, ma di sistemi che rendono soddisfacente la nostra navigazione, mettendoci in uno stato d’animo sereno e disposto a visitare (e comprare, ovviamente…). Grazie a una costante profilazione, basta ignorare qualche volta un contenuto che Facebook inizia a non proporcelo più. Anche la pubblicità ormai è fatta su misura.
Tempo fa cercavo informazioni su Serum, un software di nicchia, ma ero incerto sull'acquisto. Google mi osservava e, nella home di Gmail, comparivano spesso pubblicità proprio di quella casa di sviluppo. Facebook mi proponeva a ripetizione post di amici nerd che parlavano di quel software. Una sera arriva un’offerta speciale limitata e... il pesce abbocca. Finisco allegro in padella.
Tempo qualche anno e nelle pubblicità appariranno i visi di morose, amici e parenti. Ognuno di noi avrà il suo piccolo mondo intorno. E non è una puntata di Black Mirror.
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Non esiste scienziato o astronauta che possa convincere i terrapiattisti. Capiamoci: la gente fuori di testa è sempre esistita. Ma la segregazione ideologica in cui siamo immersi oggi ci ha portati a una campagna di crowdfunding per mandare qualcuno nello spazio a controllare la rotondità della terra. Gruppi di persone impermeabili a tutto ciò che è fuori dalla loro bolla. Il corto circuito è che se avessero raggiunto il goal, avrebbero inviato nello spazio qualcuno di “imparziale”, ovvero uno non convinto della rotondità della terra.
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C’è un termine che indica al meglio la moderna tendenza al non dialogo tra pensieri diversi: polarizzazione. Pensate alla terra (fate uno sforzo per immaginarla tonda): voi siete al Polo Nord e i vostri nemici al Polo Sud. Fico, no?
Io dico di no. In una società multiculturale, multietnica e dinamica come la nostra, tirare su dei muri permanenti è impossibile, Berlino come Padova. Le barriere soddisfano la primordiale necessità di rendere il mondo un posto meno caotico – ma solo ai nostri occhi.
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Condividiamo sulle nostre bacheche frasi altisonanti. Siamo aperti, illuminati, tolleranti. Daremmo la vita per far parlare chi non la pensa come noi. Poi, se uno dice “poliziotti assassini” o “basta immigrati", diventiamo peggio di alcuni cinquantenni sul web: tutti kaffè e pulizia kontatti. Sembriamo passati dal calamaio allo smartphone senza passaggi intermedi.
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L’altro giorno pranzavo al Rifugio Balasso con Giulia e Silva. Tra le varie, abbiamo parlato di fascismo e – arrivati al tema del reato di apologia – ci siamo trovati in disaccordo: per loro è un bene e una necessità, per me invece no. Ovviamente è un tema caldo, che smuove le coscienze. Ho cambiato tavolo? Mi hanno buttato già dall’Ossario? No.
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La mancanza di un vero confronto crea una zona di confort dove, in empatia con chi la pensa come noi, possiamo dimenticare la coerenza. È il regno in cui spopolano le fake news (i vaccini, dio santo), un posto fantastico dove esistono solo regole inventate da noi.
Durante la campagna elettorale, un tizio ha contestato (giustamente) Salvini perché cercava i voti dei meridionali dopo averli dipinti per anni come nullafacenti e scansafatiche. Appena dopo le elezioni, con lo stesso tono, ha sostenuto la tesi secondo cui il M5S ha vinto al Sud grazie alla promessa del reddito di cittadinanza, aggiungendo che “si sa, la voglia di lavorare non abita lì”. E chi gli faceva notare l’incoerenza delle sue posizioni finiva cancellato.
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Una persona attaccava me e tutto il team degli Eterea Post Bong Band sulla scelta di finanziare il disco tramite crowdfunding, ma non ci siamo cancellati dagli amici. Ha sfogato tutta la sua ira nei commenti e poi, la prima volta che l'ho incontrato in un ristorante, mi ha offerto un frizzantino. Si, è proprio Cappellotto.
È stato lui a inviarmi per messaggio la storia dei terrapiattisti nello spazio, come a dire “eccolo qua, il tuo amato crowdfunding del cazzo!”. Ma sono rimasto tra i suoi contatti.
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Non comportatevi come spietati robot al servizio di multinazionali. Sopportate, osservate, criticate, commentate.
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Ma se la pensate diversamente, cancellatevi subito dai miei kontatti! KAFFÉÉÉÉÉÉ